LUNE DI SANGUE
“Il Sole sarà mutato in tenebre, la Luna in sangue...”
Una terribile profezia sulla fine del mondo, contenuta nell'Antico Testamento, ma al contempo un evento magnifico e spettacolare, vale a dire un'eclissi di luna.

L'eclissi lunare si verifica quando la Luna entra nel cono d'ombra formato dalla Terra. Un’eclissi lunare totale viene spesso chiamata Luna di sangue, poiché essa presenta un colore rossastro causato dai raggi solari che attraversano l’atmosfera terrestre. Essa funge da “filtro”, bloccando la luce di colore blu e facendo passare solamente quella rossa, che quindi conferisce alla luna il caratteristico colore che è istintivo paragonare a quello del sangue. L'eclissi lunare avvenuta nella Pasqua appena passata, è solo la prima di una tetrade, cioè una sequenza di quattro eclissi lunari consecutive che avverranno nel corso dei prossimi 18 mesi. La Tetrade che stiamo “vivendo” è cominciata con l'eclissi del 15 aprile 2014, proprio nel mezzo della Pasqua ebraica; seguiranno l'eclissi dell'8 ottobre 2014, quella del 4 aprile 2015 (ancora durante la Pasqua) e infine quella del 28 settembre 2015. Purtroppo, solo quest'ultima potrà essere osservata dall’Italia, ma fortunatamente per chi è interessato, il web mette a disposizione numerosi modi per non perdersi questo suggestivo spettacolo del cielo come, per esempio, siti di streaming in diretta o immagini in tempo reale. La tetrade lunare è un evento spettacolare, ma non così raro come si può pensare. Infatti, dal primo secolo a.C, si sono verificate circa 62 volte. Ciò che invece è raro, è il fatto che alcune volte queste tetradi sono avvenute in concomitanza con alcuni avvenimenti religiosi, cosa che rafforza la convinzione che questo spettacolare fenomeno astronomico sia legato in qualche modo all'Apocalisse.

SIAMO SOLI NELL’UNIVERSO?
Ognuno di noi si è sicuramente posto questa domanda, prima o poi, influenzato dai numerosi film e telefilm di fantascienza che sempre più spesso vediamo proiettati al cinema e nelle nostre televisioni. Alla fine, chi non sarebbe emozionato di sapere che in un altro pianeta, in un altro sistema o in un'altra galassia, ci sono forme di vita simili a noi? Tuttavia, nella realtà non si può parlare di alieni, U.F.O o qualsiasi altra creatura — sta a voi giudicare se immaginaria oppure no — di cui spesso si è sentito parlare, ma di microorganismi, talmente piccoli da risultare invisibili e far pensare ad un pianeta che sia disabitato. I sapienti osservano il cielo da sempre, e fin dall'antichità si sono posti la stessa domanda che ora ci poniamo noi, e hanno stabilito una condizione alla vita: che questi organismi necessitano di qualcosa, per svilupparsi e sopravvivere, qualcosa che noi diamo per scontato ai giorni nostri. La condizione primaria è la presenza di acqua liquida. Senza di essa non potremmo vivere noi, e allo stesso modo non si potrebbero sviluppare nuovi organismi. In secondo luogo, il pianeta “destinato” ad ospitare nuove forme di vita, deve essere in una posizione particolare, chiamata zona di abitabilità. Vale a dire che questo pianeta deve trovarsi ad una certa distanza dalla stella attorno alla quale esso orbita, per poter ospitare forme di vita extraterrestri. A questo proposito, la Nasa ha annunciato, in data 17 Aprile 2014, la scoperta di un pianeta abitabile poco più grande della Terra e distante da noi 500 anni luce. Il pianeta è stato chiamato Kepler 186f, ed è stato scoperto attraverso l'utilizzo di del telescopio spaziale Kepler, e due tra i telescopi più grandi del mondo, Gemini Nord e Keck II, i quali utilizzano tecnologie di altissimo livello. Kepler 186f presenta delle caratteristiche particolari: ha un periodo di 130 giorni e riceve, dalla propria stella, un terzo del calore che riceve il nostro pianeta dal Sole, il che significa che si trova nella zona più esterna della fascia di abitabilità del proprio sistema. Per questo motivo è speciale; è l'unico tra i cinque pianeti del sistema Kepler ad avere le dimensioni della Terra e a trovarsi ad una distanza tale da permettere all'acqua in superficie di non evaporare, né congelarsi, e quindi nelle condizioni tali per ospitare la vita. Sono queste le scoperte che fanno sognare, a coloro che ci credono, che in un futuro forse lontano, o forse più prossimo, si possa verificare l'arrivo di “extraterrestri” sul nostro pianeta, e di conseguenza un'interazione con essi. O forse, considerata questa scoperta, saremo noi gli extraterrestri che, come fossimo in un libro di Bradbury, esploreremo e colonizzeremo questi nuovi pianeti a noi “gemelli”?
…Nella nostra galassia ci sono quattrocento miliardi di stelle, e nell'universo ci sono più di cento miliardi di galassie. Pensare di essere unici è molto improbabile.
…Nella nostra galassia ci sono quattrocento miliardi di stelle, e nell'universo ci sono più di cento miliardi di galassie. Pensare di essere unici è molto improbabile.
Margherita Hack
19 giugno 2014